Per le vie di Milano si aggira un tipo poco raccomandabile, si chiama Lorenzo Visconti, ma lo chiamano il Drago e ha scritto La Legge del Drago e Le piume del Drago su Amazon Publishing.

Questi sono tempi in cui sperimentare è lecito e possibile e a dircelo sono gli stessi autori (od editori) che non si fermano davanti a nuove sfide. Uno di questi si chiama Paolo Roversi, o forse dovrei dire Lorenzo Visconti, il suo alter ego che, da qualche mese a questa parte ha dato vita ad una serie di racconti la cui struttura ci ricorda molto da vicino quella delle serie TV, “alla Netflix” e che è stata realizzata in collaborazione con Amazon  Publishing.

La crime fiction Dragon, ad oggi, è composta da due volumi, pubblicati a pochi mesi di distanza l’uno dall’altro, La legge del Drago (Dragon Vol. 1) e Le piume del Drago (Dragon Vol. 2), e racconta la vita “post carcere” di un ex poliziotto, appunto Lorenzo Visconti, a cui la vita ha giocato un brutto scherzo. Non risparmia nulla e, molto spesso, gioca a fare la dura e, udite udite, ci riesce anche molto bene!

Lorenzo Visconti è un tipo molto poco raccomandabile che mette le proprie abilità di indagine e di ricerca, al servizio di ciò che è o non è legale. A lui non importa chi lo chiama e per quale tipo di “lavoretto”.  Unico discrimine, in questa stora, è il cachet e i soldi che gli vengono offerti, ingaggio dopo ingaggio. Ma prima di tutto deve risolvere un altro problema: scoprire chi lo ha incastrato, sbattendolo per otto mesi al “Due”, il carcere di San Vittore, a Milano.

Inizia così il primo volume della serie Dragon, una vera e propria crime fiction dai toni decisamente noir che riserva la piacevole sorpresa di un Paolo Roversi inaspettato, nello stile e nella orchestrazione della trama. In Lorenzo Visconti c’è poco del giornalista hacker Radeschi che, anche se sgamato e intraprendente, non sempre sembra essere all’altezza della situazione. Visconti, detto anche il Drago, invece, si, è uno di quelli tosti, che sanno come far male quando picchiano e sanno quando usare e maniere forti. E fa paura. Ai buoni ed ai cattivi. Eppure, la sua scaltrezza e le sue abilità lo rendono indispensabile nel risolvere il caso di un misterioso suicidio al parco, di una giovane ragazza, sia quando deve mettersi sulle tracce della sorella scomparsa di Valeria Zamperini, sia quando lo chiamano per fare i “lavoretti” per la mala. Visconti non ha un dio, non ha un credo, non ha una patria, ma sembra avere solo sé stesso e un senso di giustizia, profondo e radicato nel suo animo.

Con questi primi due romanzi, possiamo ben dire di assistere alla nascita di un vero e proprio eroe metropolitano: uno di quelli che spesso vogliono confondersi con il male e la corruzione di una Milano sporca e violenta, ma che portano, nonostante tutto un forte messaggio positivo. Perché, sembra dire tra le righe Visconti, “anche se la vita mi ha fatto il culo, io non smetto di lottare”. Lo fa con le sue regole, ma lo fa.


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