Quanto pesa l’amore? Lo impariamo insieme ad un piccolo Mago e la sua stadera. Per Libri Piccini (+6), oggi vi parlo de “Il piccolo Mago e la Stadera” di Barbara Gaiardoni e Andrea Vanacore.

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Il piccolo mago e la stadera

Qualche tempo fa, ricevetti un messaggio privato in Facebook, semplice e diretto: “Buongiorno “Ladra”, ci farà piacere se ruberà anche il Piccolo Mago “.  Quale migliore domanda per attrarre l’attenzione di una vera ladra come me? E così mi sono ritrovata, nel giro di poche ore, con la copia fresca di stampa di un librino che non posso non consigliarvi, soprattutto se avete piccolini a partire dai sei anni. Si intitola Il Piccolo Mago e la Stadera ed è stato scritto a quattro mani da Barbara Gaiardoni, pedagogista, e Andrea Vanacore, artista dell’immagine e della parola, e illustrata dal burattinaio Maurizio Gioco.

In poche parole la trama può essere riassunta in un “C’era una volta un maghetto che pensava che gli ori fossero più importanti di ogni cosa. Un giorno, però, un’incontro un po’ speciale cambiò per sempre la sua vita ed imparò che la cosa più importante era l’amore.” Di fatto, però, dietro questa semplicità, si celano piccoli, grandi tesori.

La trama – Il Piccolo Mago, al di là del titolo molto evocativo, è una vera e propria fiaba, di quelle belle che hanno il potere di condurre anche noi adulti in un mondo sottile e delicato, fatto di sentimenti tanto semplici quanto forti. C’è il protagonista, il Mago, che sta commettendo un errore abbastanza grave, ovvero pesa solo le ricchezze e non i sentimenti; c’è un bambino, Oscar, che lo aiuta a vedere le cose sotto un’altra ottica, e c’è una bilancia, la stadera, uno strumento simbolico che permetterà a Piccolo Mago di capire che, spesso, le cose più leggere sono anche le più “pesanti”.Il Piccolo Mago fa, infatti, una scoperta incredibile: scopre che le parole per “dire l’amore” sono tremendamente leggere, se misurate sulla sua stadera, ma, allo stesso tempo, incredibilmente pesanti se pensa a quanto gli è costato scriverle ed ascoltarle! Non conta, quindi, quanto produrrà il risultato finale dei nostri sforzi: spesso le cose più belle e lievi sono quelle che ci sono costate più fatica e lavoro. Ecco perché “Il Piccolo Mago e la Stadera” è, per i nostri piccoli, una bella storia in grado di insegnare loro uno dei valori più importanti della nostra esistenza: più che l’amore, il peso (inteso come valore) che questo sentimento può avere nelle nostre vite.

Mio piccolo Mago,
tu si lo puoi fare,
soppesa le parole
del saper amare!

Lo stile – Vi ricordate le vecchie storie in versi? Ecco Il nostro Piccolo Mago rientra proprio in questa categoria di racconti. Diviso in quartine, la storia saltella tra un verso e l’altro, scandita da una profonda ritmicità e musicalità che la rende piacevole e divertente anche per noi genitori che leggiamo ad alta voce. Come le fiabe di Piumini o le filastrocche di Bruno Tognolini, anche questa racchiude la piacevole sorpresa degli antichi cantastorie.

Le illustrazioni – La mano sapiente di Maurizio Gioco mette mano ad ogni pagina, così che i versi si alternano nel vero senso della parola alle immagini disegnate “a pennarello” in cui il Piccolo Mago, Oscar e la Stadera prendono vita in una dimensione onirica e sognante. Sulla pagina bianca i personaggi rivivono quello che i versi descrivono, con colori accesi e vivi. Proprio come la fantasia dei nostri bimbi.

Sussurro leggero,
un volo a planare,
partire lontano
per poi ritornare…

La lettura ad alta voce – La cosa che più ha attratta di questo libro è qualcosa che già la presentazione mi indicava: ovvero il suo essere pensato per la lettura ad alta voce. In quanto Ladra con un codice da rispettare ;-), la lettura ad alta voce è qualcosa di molto importante: crea coinvolgimento, crea sapere e condivisione, permette alla parola di circolare liberamente, da me lettore a te uditore creando un sapere che diventa magicamente di entrambi. Ecco perché la costruzione in versi, la sua ritmicità, la capacità di creare coinvolgimento di questo libro lo trasforma in un perfetto libro da leggere ad alta voce. Come suggerisce anche la sua autrice: “Leggere ad alta voce e assieme produce conoscenza non solo delle tematiche trattate, ma soprattutto del pensiero altrui che diventa, in quel preciso momento, fra le maggiori conquiste che un essere umano può esperire nella propria vita di relazione.


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