Giovedì 30 novembre, alle 18:30, Silvano Scaruffi presenta “Una strana lettura” del suo ultimo romanzo “Le pecore si contano a maggio”.

Quella di Silvano Scaruffi, del suo ultimo libro, non è una presentazione qualsiasi. Il fatto che lui la descriva come “Una strana lettura” la dice lunga sul cosa ci aspetterà giovedì prossimo, il 30 novembre, alla Libreria Covo della Ladra. Ancora di più se, ad intervenire, in libreria, ci sarà anche Emanuele Ferrari e la musica di Ezio Bonicelli.

L’espressione “Le pecore di contano a maggio” è presa direttamente dal gergo dei pastori, ma le pecore di cui parla Scaruffi non sono proprio quelle che ci si aspetterebbe.

Vi aspettiamo alla Libreria Covo della Ladra, giovedì 30 novembre, alle ore 18:30 per questa lettura scenica “spettacolare”!

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Tutti gli eventi sono gratuiti, ma se non vuoi rimanere in piedi, prenota il tuo posto in prima fila >> https://www.eventbrite.it/e/biglietti-presentazione-di-le-pecore-si-contano-a-maggio-di-silvano-scaruffi-40733254260

 

È un posto tranquillo Ligonchio, Comune di Ventasso, Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano, da un paio d’anni anche Riserva Mondiale Uomo e Biosfera UNESCO. È un paese stretto dalle gole di montagne senza tempo, con il torrente Ozola che sfrigola sulle rocce, un Passo che segna il confine tra Appennino Reggiano e Garfagnana, teatro nei tempi andati di liti e conflitti tra il clan degli Aligonti e le popolazioni liguri dell’altro versante. A Ligonchio c’è gente che gioca a carte tutto il giorno al bar, vecchi che aspettano i rospi sulle soglie di casa, studiosi di insetti, bande di cacciatori di cinghiali, chi cerca varchi dimensionali per fuggire su marte, chi fa il dj e il manager di gruppi fantasma, chi trova un disco volante nel proprio orto. Chi guarda tutto il giorno tra i viluppi di rovi, alberi e vitalba, per capire cosa c’è, in fondo a un bocàro. Poi un sacco di persone iniziano a sparire. Non si sa dove e forse neanche quando. Qualcuno ritorna e nessuno se l’aspettava. Qualcuno ritorna ma poi sparisce di nuovo, perché, come scrive il suo autore “Siamo ancora vivi, perché siamo deriva. Siamo ancora qua perché siamo tradizione, e la tradizione è rivoluzione permanente”. Le pecore si contano a maggio alla fine è proprio un bocàro. Ma alla fine, che cos’è un bocàro?