“Notti in bianco. Baci a colazione” di Matteo Bussola è un libro dedicato a chi ha avuto, nella vita, un “prima” ed un “dopo”, a chi spera di averlo e a chi lo sta per avere. Ma soprattutto, è un libro dedicato a chi conosce l’importanza delle piccole cose di ogni giorno.

matteobussola_copertinaHo pensato molto a come scrivere questa recensione. Volevo evitare di trascendere nell'”amore di mamma” o nel “bello di papà” che il mio essere bis-mamma mi avrebbe inevitabilmente portato. Poi ho pensato che il modo migliore per cominciare a parlare di Notti in bianco. Baci a colazione di Matteo Bussola, sarebbe stato aprire a caso una delle sue pagine e trarre spunto da quello che vi avrei letto. Ed ecco dove si è posato il mio sguardo:

Non amo la primavera, perché è un cliché. La vita che rinasce non mi interessa, sono per la vita che cova silenziosa sotto la cenere. Amo l’attesa del prima, la potenzialità latente, la sensazione del vuoto che precede il dispiegamento delle ali, la promessa che il freddo custodisce…

L’attesa del prima: ovvero la consapevolezza del durante.

Mi sono resa conto che avrei potuto riassumere così tutto il libro. Sì perché quello scritto da Bussola è una lunga e acuta riflessione sul durante della vita di tutti i giorni, sulle piccole cose che ci accadono e a cui non diamo peso, sul dettaglio che diamo per scontato ma che, in realtà, non è altro che il pilastro che tutto regge e tutto significa.

A fare da pretesto e a dare il via a questa riflessione, sono gli occhi innocenti, furbetti e impertinenti delle tre figlie dell’autore, Virginia, Ginevra e Melania, e la loro curiosità a cui il padre deve, ogni giorno, trovare una risposta plausibile, che non mistifichi la realtà ma che, allo stesso tempo, la renda loro comprensibile. E chi è mai stato genitore, sa a cosa alludo. Rispondere agli incessanti perchè di un bambino assetato di risposte può essere uno dei lavori più difficili al mondo. Ma Matteo Bussola sembra cavarsela egregiamente, creando situazioni ora esilaranti, ora dolcissime, che sembrano rimettere in pari l’equilibrio delle cose. Delle piccole cose di ogni giorno.

Con questo espediente veniamo a conoscenza della vita familiare di un papà dapprima alle prime armi, poi sempre più esperto, nel gestire figli, cani, lavoro da free lance, l’amore per la moglie, faccende domestiche e via discorrendo. Il libro, in effetti, può essere definito un vero e proprio instant book che raccoglie la maggior parte dei post pubblicati sulla pagina Facebook di Bussola (seguita da 56.479 persone e 4.999 amici), noto per essere uno dei fumettisti della Sergio Bonelli, e per aver dato vita ad uno stile “social” davvero unico nel suo genere. Una scrittura fresca e leggera, anche quando affronta i temi più difficili, contemporanea e quasi quotidiana, che ti fa sentire subito in famiglia, pur non cadendo mai nel melenso e nel banale.

Virginia, anche gli adulti crescono, sai? Ti adesso sei una bambina grande, sette anni fa eri una bambini piccola. Funziona un pochino così anche per le mamme e i papà. Io quando ho conosciuto la mamma ero una personale diversa, lo era anche lei. L’importante, quando due persone si amano, è riuscire a cambiare insieme o a rispettare i cambiamenti dell’altro. I genitori, con i figli, fanno proprio quella cosa lì, invece fra loro certe volte non ci riescono. È per quello che l’amore verso i figli è l’unico che non finisce mai.

Qualcuno ha malignato che, alla fine, sarebbe bastato andare a leggere i post per leggere anche il libro, che è un libro furbo perchè qualsiasi genitore avrebbe potuto scriverlo, che è un fenomeno commerciale perchè poco credibile. Ma alla prima rispondo che il libro non è un copia ed incolla puro e semplice dei post del profilo Facebook, ma è capace di regalare sempre piccole perle di saggezza davvero imperdibili che l’autore sparge qui e là nel racconto. Alla seconda mi permetto di ribattere che se al mondo ci fossero più padri come Bussola, avremmo mano figli repressi, depressi, ignoranti e apatici nei confronti della vita. E perché nessun padre, prima di Bussola, aveva mai raccontato il mondo che è riuscito a creare tra sé e le proprie figlie.  Alla terza, invece, mi permetto di dire che, fenomeno commerciale o meno, è molto meglio leggere un Bussola ogni tanto che un Volo ogni giorno. Sempre di commerciale parliamo.

Cattiverie a parte, se fino ad ora ho parlato di questo libro come di un libro scritto da un genitore, non ho mai detto che è un libro per genitori. O meglio, Notti in bianco. Baci a colazione non è un libro solo per genitori, ma è un libro che tutti noi, almeno una volta nella vita, dovremmo leggere. Non solo perché è diretto e piacevole da leggere, ma soprattutto perché ci fa un grande dono: ci permette di vedere la vita di tutti i giorni da una prospettiva diversa da quella che abbiamo noi. Durante la lettura ci ritroviamo a vivere situazioni nelle quali ciascuno di noi si è ritrovato, nel bene o nel male, direttamente o indirettamente.  L’amore, la morte, il lavoro e la famiglia, il valore del denaro e dell’amicizia: ognuno di questi capisaldi della nostra vita viene tradotto in un piccolo aneddoto breve, letto con la lente speciale di Bussola che, con le sue metafore, riduce ad uno tutta la complessità del reale, rendendola semplice, immediata, chiara e limpida come agli occhi di un bambino. Ed è questo che rende questo libro una piacevole chiacchierata sul durante della vita, ovvero su quello che accade ad ognuno di noi proprio mentre vive.

Non prima. Non dopo. Ma durante.

Ma il punto resta che la gazzella ogni mattina si alza perchè sa che il leone. E il leone si alza perchè sa che la gazzella. L’elefante invece se ne frega. L’elefante non fugge e non rincorre. L’elefante si alza pure se ha dormito due ore e fa quel che bisogno fare, sapendo che è proprio il suo essere elefante a tenere insieme le cose (…) Ma quando si muove, non lo fa per i leoni né per le gazzelle. Lo fa perché la sua vita è cominciata quando è diventato elefante. È cominciata dopo. E quel dopo lì, quello dell’elefante, è l’unico dopo al mondo che è anche prima. È il prima definitivo, il prima di tutto , l’inizio e la conclusione insieme. È anzi l’unica esperienza che azzera tutti i prima e tutti i dopo e trasforma tutto in durante.


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