Il romanzo perfetto per un’estate perfetta è quello che inizia nel nome dell’amore. Oggi leggiamo Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito) di Chiara Parenti.

Non nascondiamoci dietro un dito: l’estate ha sempre portato con sè il desiderio recondito di novità, di leggerezza e, perché no, di amore. Il mare, la libertà dagli impegni quotidiani, il desiderio di sentirsi più leggeri, sono gli ingredienti perfetti per la vacanza perfetta. Ecco perché oggi, sognando già le infradito sulla sabbia, ci tuffiamo a capofitto nella lettura divertente, appassionata, ma mai scontata di Tutta colpa del mare (e anche un po’ di un mojito) di Chiara Parenti.

Quando Maia parte per la Versilia con le sue amiche, ha intenzione di trascorrere un weekend di relax e chiacchiere per l’addio al nubilato di Diana, la futura cognata. Tutto fa pensare ad una vacanza con i fiocchi, tra amiche e festeggiamenti. Ma il destino ci mette lo zampino e si nasconde in un mojito. Sì, perché la meta scelta dal gruppo di amiche è quella in cui Maia ha trascorso i suoi primi 16 anni di vita, quella in cui vive ancora Marco, il suo primo amore e quella in cui, colpa di un bicchiere di troppo, manderà all’aria la sua vita perfetta, tra un fidanzato esclusivo e una carriera dalle prospettive rampanti. Ma non tutto vien per nuocere. Anche una sbronza colossale!

Abbiamo già incontrato Chiara Parenti qualche mese fa, quando abbiamo letto e recensito La voce nascosta delle pietre e abbiamo avuto modo di apprezzare il suo stile fresco e lieve, la sua capacità di parlare di amore senza mai essere banale o della sua capacità di tratteggiare la complessità dell’animo umano senza mai scadere nella retorica o nel concettualismo. In poche parole, la Parenti ha quel raro dono di saper essere leggera e, allo stesso tempo profonda, quella capacità di saperci catturare in una trama appassionata, senza però mai cedere alla banalità della semplice narrazione dei fatti, al gusto puro e semplice del narrare.

In Tutta colpa del mare, Chiara Parenti riconferma tutto quello che avevamo già scorto nel suo romanzo d’esordio, aggiungendovi, in più una nota inaspettata: l’ironia. L’escamotage narrativo, quello della bravata durante un addio al nubilato, è noto ed è uno degli espedienti più classici alla base delle commedie degli equivoci, ma è anche il “movente” ideale che dona al romanzo un ritmo dinoccolato e fresco che ci permette di leggerlo in un fiato solo (e con il sorriso sulle labbra).  Tra equivoci e facezie, ci scopriamo così a vivere un weekend di festa in Versilia, accanto a Maia, Diana ed alle sue migliori amiche. Ci ritroviamo a sorseggiare mojito senza accorgersi di stare un po’ esagerando e ci risvegliamo l’indomani mattina con una grande emicrania ed una foto a dir poco compromettente che sarà l’origine di una vera e propria rivoluzione nella vita perfetta della bella Maia. Ma ci ritroviamo, anche a vivere la riscoperta dell’amore – quello vero, che tutto fa  muovere – e che ci fa cadere ai piedi del bel Marco.

E qui, dobbiamo dire, qualche punto di tangenza con il precedente romanzo lo troviamo anche nella costruzione dei personaggi. Lo scenario in cui vivevano Luna e Leonardo era ben diverso, sicuramente più drammatico e molto lontano da quello di Maia e Marco. Eppure, come Luna, anche Maia si ritrova ad affrontare un momento drammatico di cambiamenti, non voluti né cercati e che suo malgrado deve affrontare facendo i conti con sé stessa e le proprie remore. Come Luna, anche Maia crede di non avere la forza, di non riuscire a cambiare, a fare la scelta giusta e a rintanarsi in una routine che ha solo la parvenza della libertà e della felicità. Anche Maia, come Luna, si è creata una gabbia d’oro che il destino ha lentamente (o molto velocemente) smontato in tanti piccoli pezzi. E come Luna, anche Maia scoprirà, pagina dopo pagina, l’immensa forza di volontà che la anima e che le farà superare anche i momenti peggiori. Perché si sà, alle volte non tutti i mali vengono per nuocere. Alle volte arrivano per metterci di fronte alla realtà e aiutarci a prendere coscienza delle nostre forze (quasi sempre sottovalutate!).

Tra equivoci, incomprensioni e una nota ironica che serpeggia vitale in tutto il romanzo, questo della Parenti è uno di quei romanzi che, alla parola Fine, hanno la capacità di farci sospirare, con il sorriso sulle labbra.

>> Ascolta l’intervista di Chiara Parenti nel podcast de Le interviste della Ladra<<


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