La scuola non è mai stata il vostro pallino? Vi hanno mai detto che “il ragazzo è bravo ma non si applica”? Se la risposta è si, allora dovete leggere Tutta un’altra classe di Francesco dell’Oro, edizioni TraLeRighe Milano. 

Vi siete mai chiesti se, tanti anni fa, invece di seguire le vostre inclinazioni e desideri, aveste dato retta a chi diceva di sapere “il meglio per voi”? Se la risposta è sì, allora dovete leggere Tutta un’altra classe. Alla ricerca di una scuola alla rovescia di Francesco dell’Oro, edito dalla casa Editrice TraLeRighe di Milano.

Prima di tutto una avvertenza. Questo libro non è un romanzo e non è neppure un saggio. Mi piace pensare che sia, invece, il racconto di chi, nella propria vita professionale e quotidiana, è entrato in contatto con il delicato e complesso mondo dei ragazzi, della scuola e dei loro genitori.

Perché Francesco dell’Oro non è solamente uno scrittore. La sua biografia ci racconta degli anni trascorsi come responsabile del Servizio di Orientamento Scolastico del Comune di Milano e di un presente al servizio delle famiglie, come consulente. Il suo libro, invece, ci racconta proprio di questa esperienza, lunga una vita, in cui si è dovuto confrontare, ogni giorno, con le difficoltà di un dialogo non sempre semplice, quello tra sistema scolastico e famiglie.

E di questo si occupa Tutta un’altra classe. Attraverso le voci di genitori, bambini e adolescenti, dell’Oro traccia a suo modo quella che è la carta di identità della nostra scuola contemporanea. Una istituzione che dovrebbe crescere di pari passo con la società in cui vive ma che troppo spesso si ritrova ad essere il secchio in cui tutti, genitori e insegnanti, riversano le loro frustrazioni, le loro incapacità e i loro limiti.

Chiunque sia passato dal sistema educativo italiano si ritroverà in parole, situazioni e circostanze narrate dalla penna veloce, ma attenta, dell’autore.” Il ragazzo è bravo ma non si impegna”, “consiglierei una scuola professionale”, ” non è portato per le materie curricolari”, ” non capisco se è stupido”: sono frasi all’ordine del giorno e sono frasi che gli insegnanti rivolgono ai ragazzi stessi in un tentativo, un po’ obsoleto, di raggiungere e scuotere i loro animi. Invece, come per magia, ottengono il risultato opposto, spesso senza neppure rendersene conto. In modo ancora più evidente, questa distanza apparentemente incolmabile e in grado di tracciare un solco nella vota stessa dei ragazzi, appare nelle storie raccontate in cui il sistema educativo educa al confronto ed alla competizione nello studio e apprendimento, tra i componenti di una stessa classe.

Così, la  narrazione diventa una sorta di indagine alla ricerca di una formula che possa immaginare una scuola diversa, più accattivante, più interessante, più rispettosa delle esigenze e delle personalità dei ragazzi di oggi che, spesso, sono davvero troppo lontani dai propri insegnanti. Non so se ce la fa. Di sicuro, le linee guida che traccia, nate dalla stessa osservazione ed analisi di un esistente alle volte molto critico, ci fanno riflettere e ci aiutano a capire al meglio lo status quo della nostra istruzione.

Non ci siamo accorti  che in questi anni si è materializzata una nuova generazione con esigenze, sensibilità e problematiche che richiederebbero, con urgenza, una maggiore  attenzione all’educazione, alla formazione e all’apprendimento dei “nuovi arrivati”.

Ma perché ci sta a cuore questa tematica e perchè abbiamo scelto un libro come questo? Prima di tutto perché, nella settimana in cui siamo a caccia di idee da seminare, questo libro ci sembrava l’ideale. E poi perché pensiamo che i ragazzi siano la base del nostro futuro ma anche che spetti a noi adulti far sì che queste basi gli aiutino a crescere solidi e sicuri, invece che fragili e inermi alla prima ventata troppo decisa.


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