Un’indagine che è anche una ricostruzione probabile di uno dei misteri più coinvolgenti della storia della musica: chi ha ucciso Wolfang Amadeus Mozart?

Il mistero che avvolge la morte di Wolfang Amadeus Mozart ha sempre risvegliato gli interessi e le attenzioni di molti, durante i secoli. Tante congetture, tante ipotesi di complotto, immaginari nemici giurati, amanti abbandonate, mariti traditi, gli atteggiamenti libertini dello stesso Mozart. Se vi capita di “googlare” morte di Mozart, i risultati che troverete sono tra i più disparati e, soprattutto, tutti accomunati da un unica parola: “mistero”.

E proprio su questo mistero ci infioretta Nicola Valentini nel suo romanzo Dossier Mozart, in lettura questo mese alla Libreria Covo della Ladra.

Siamo a Salisburgo, anno 1823. In casa di Maria Anna, amata sorella di Wolfang Amadeus, le note della Marcia Turca risuonano inconfondibili, suonate per il piacere del giovane Leopold, suo figlio. Mozart è morto da quasi trent’anni ma l’amore e la memoria in quella famiglia non è mai scemato, al punto che lo stesso nipote, che di Wolfang ha conosciuto solo storie e racconti dalla madre, prende una decisione: andare fino in fondo e scoprire la verità sulla sua morte.

Inizia così l’indagine del detective privato Klaus Hartner, un passato non esattamente facile, prima nell’esercito e poi in polizia, una vita ai limiti, tra piaceri e la necessità di lavorare su cachet sempre più alti. Leopold lo contatta e li affida questa indagine che, a prima vista, sembra non poco facile. Hartner si rirtoverà a dover dipanate, trent’anni dopo la sua scomparsa, la vita intricata, complessa, ai limiti del lecito di Wolfang Amadeus Mozart. Raccoglierà prove, testimonianze, indizi. Si scontrerà con personaggi poco inclini alla collaborazione e vecchi nemici vendicativi, ma alla fine troverà una sua possibile soluzione.

Lontano dal voler essere un romanzo conclusivo, o storicamente ricostruttivo, di quello che è tutt’ora un caso irrisolto, il romanzo di Valentini ha tutto il pregio di essere una piacevole lettura, una bella indagine ben orchestrata grazie alla quale passiamo in rassegna le voci di un tempo oramai andato, la memoria di uno dei compositori più geniali della storia della musica e un periodo storico ancora più affascinante, ricco di contraddizioni e ombre.

Il pregio di Valentini, se così possiamo chiamarlo è anche nello stile. Per un romanzo storico, ci aspetteremmo un atteggiamento descrittivo e letterario più “aulico”, e invece Valentini lo attualizza, lo rende quotidiano – certo, nella quotidianità di un tempo oramai passato – lo semplifica. Klaus è prima di tutto un personaggio fatto di piccoli gesti e quotidiani pensieri, che ama la vita e i suoi piaceri, che fugge dai mariti gelosi, che si mette nei guai e ne esce per il rotto della cuffia.

Dossier Mozart ha tutti i numeri per essere un giallo godibile con punte noir accattivanti e che hanno la capacità di farci trascorrere qualche ora di piacevole, e intrigante, lettura. Ciò che traspare dalle pagine di questo romanzo, è la passione che Nicola Valentini nutre per la scrittura; una passione che si è coltivata poco a poco, quasi in silenzio e che, un giorno ha trovato il tempo e la forza di trasformarsi in una storia, bella e ben architettata, che non ha la pretenziosità della perfezione, che custodisce i piccoli sbadigli di esordiente come limite su cui lavorare e migliorare, che poteva incontrare la fortuna di un editing più accurato. Ma allo stesso tempo, è una passione che ha la forza di farsi perdonare, dai suoi lettori, queste piccole imprecisioni per regalare una bella lettura.


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