A chi sognava di essere un pirata, a chi continuava a rileggere Stevenson e le avventure del giovane Jim: ecco a voi La Vera Storia del Pirata Long John Silver di Björn Larsson.

Quando ero poco più che una bimba, due erano i libri che mi appassionavano di più: Robin Hood e L’isola del Tesoro. Se il primo mi ha portato a diventare una “Ladra di Libri”, il secondo mi ha fatto per anni solcare i mari dell’immaginazione. Mi era chiaro che questi pirati fossero in fin dei conti dei delinquenti, privi di scrupoli e senza nessuna pietà, ma erano esistiti veramente ed erano il prototipo del ribelle! Si, forse da piccola sono stata una romantica, ma sta di fatto che se anche voi un tempo sognavate di imbarcarvi su un veliero e di fare parte di un arrembaggio in mare aperto, allora questo libro fa la caso vostro. Sto parlando de La vera storia del pirata Long John Silver di Björn Larsson, scrittore Svedese, docente universitario e attento studioso.
Non scrivo queste tre definizioni per ridondanza, ma perchè per capire l’anima di questo libro, dobbiamo proprio partire da qui.

Ora, lascia che il vecchio Silver ti dia un buon consiglio. Impara a raccontare storie. Impara ad inventare e a mentire. Te la caverai sempre. Restar muto e non aver risposte è la cosa peggiore che possa capitare ad un uomo. Sempre che tu voglia diventare un uomo, si capisce. Altrimenti non importa.

Larsson è uno scrittore, così La Vera Storia del Pirata Long John Silver è un bel romanzo dai toni avvincenti che ci ripropone (in salsa adulta e contemporanea) gli stilemi letterari del romanzo d’avventura alla Stevenson ed alla Defoe, al punto che il protagonista, proprio il temibile Long Jhon Silver, si ritrova a parlare delle proprie esperienze con lo stesso Defoe. Un struttura così ben costruita e ben narrata, che difficilmente potremo trovare delle sbavature nel suo svolgere.
Di fatto, il racconto di Larsson parte proprio da uno spunto che lo stesso Stevenson dava alla fine della sua Isola del Tesoro, facendo sparire nel nulla il pirata da una sola gamba.
Il libro dell’autore svedese sembra proprio arrivare per rispondere alle nostre domande, narrandoci il prima, il durante ed il poi della storia narrata da Stevenson. Così, il temibile John Silver ce lo ritroviamo, nel 1742, ricco sfondato in quel del Madagascar, intento a scrivere le proprie memorie, di uomo e di pirata. Con questo escamotage narrativo, Larsson ci racconta la vita del nostro protagonista, gli ideali di libertà e ribellione al potere costituito al quale si era sempre opposto, la sua fame di ricchezze e la sua efferatezza nell’anteporre i propri interessi a quelli altrui. La psicologia che ne deriva è quella di un uomo che, dalla vita, ha chiesto e dato molto, ma ha anche tolto nel nome di una libertà a cui nulla poteva essere derogato.

Perchè, imparai inseguito, se c’è qualcosa che dà un senso alla vita, è senz’altro il fatto di non essere soggetto ad alcuna legge, di non aver mani e piedi legati.E non importa il tipo di fune o chi ha stretto il nodo. E’ la corda stessa il male.

E qui entra in gioco l’anima da docente universitario e attento studioso dell’autore. Striamo parlando di un romanzo d’avventura, è vero, ma nulla di quanto scritto è in realtà romanzo (protagonisti a parte e neppure proprio tutti!). Se vi siete mai chiesti come fossetta vita su un vascello pirata, allora questo libro può benissimo diventarne una vera e propria Bibbia.

Nel romanzo di Larsson c’è tutto: il codice d’onore, il linguaggio della pirateria, i legami con il mondo del commercio legale ed illegale, i soprusi e la schiavitù, le efferatezze dei pirati, il navigare, con tutti i suoi termini e le sue antiche rotte. L’autore ha ricercato e studiato attentamente ogni dettaglio ed ha affidato ad uno dei personaggi letterari per eccellenza, il compito di farsi portavoce di questa verità storica e di questa cultura così particolare e così antica.
Un binomio perfetto, se ci pensiamo bene, che grazie alla narrazione ci racconta una verità storica molto approfondita e affascinante.
Ma non finisce qui. I personaggi di cui Long John Silver ci racconta sono davvero tantissimi, ma alcuni sono davvero strategici. Come l’incontro con Defoe o con lo stesso Jim, ora adulto, che gli affida una copia dell’Isola del Tesoro. Questo espediente narrativo permette a Larsson di raccontarci il rapporto tra realtà ed immaginazione, tra vita e sete di libertà. E ci ricorda che la vera libertà chiede sempre un pegno di vita a chi la agogna.

Cosa resta da dire? Ho fatto del mio meglio dall’inizio alla fine. Sono stato me stesso, quello che sono diventato, e con ciò basta. Avevo il cappio intorno al collo, ma le spalle le ho sempre avute libere. Se vi interessa saperlo.


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